CROTONE - BENVENUTI
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LA CITTA' GRECA E LA COLONIA ROMANA
Tralasciando
i numerosi miti che fanno intervenire nella sua fondazione Eracle o legati ai
nostoi degli eroi greci da Troia, la prima data storica della sua fondazione è
il 709-8 e tutti gli storici sono concordi ad attribuirla ai coloni Achei,
tramandando anche il nome del suo ecista, Miskellos da Rhipe. Si narra che
questi, eseguendo malvolentieri l'oracolo di Delfi, fondasse Crotone alla foce
del fiume Esaro. Effettivamente in vari punti della città, compresi in una
vasta area, compare materiale già alla fine dell'VIII secolo a.C., quindi fin
dal momento della fondazione. Nel territorio le presenze greche più antiche si
riferiscono a luoghi di culto. La zona di influenza di Crotone si estende
progressivamente a nord fino al fiume Traente, fondando lungo la costa città
satelliti; ad Ovest fino al Tirreno, a sud fino al fiume Sagra, odierno Allaro,
sulle cui rive nel 543-45, l'esercito crotoniate, in guerra contro la piccola e
meno potente Locri, fu umiliata da una grave disfatta. Il periodo di maggiore
splendore, come attestano anche i numerosi ritrovamenti, è il V sec.a.C., epoca
in cui risalgono il famosissimo Heraion a Capocolonna. La città greca era
molto più estesa dell'attuale ed aveva una cinta muraria di dodici miglia
romane. Elemento caratterizzante, riportato da tutte le fonti antiche, è la
salubrità del territorio, diventata proverbiale e motivo del vigore fisico e
atletico dei suoi abitanti. Tra il VI e il V secolo Crotone fu sede di una
famosissima scuola medica a cui si formarono Democede e Alcmeone, elemento,
questo, che certamente influì a suo favore, nella scelta compiuta da Pitagora,
che la elesse propria patria e ove istituì una scuola filosofica scientifica.
In seguito Atene , per contrastare la potenza di Crotone si inserì con profitto
nella guerra contro Siracusa, che si concluse con il passaggio di Dionisio il
Vecchio. Nel corso del III° sec. a.C. la potenza di Crotone sarà fiaccata
ulteriormente fiaccata dalla pressione delle popolazioni bruzie che popolavano
le aree montane. Di questa rivalità tra i greci delle città costiere, e le
popolazioni indigene dell'interno, approfitterà Roma, che insedierà nel 285
a.C. un corpo militare nel Bruzio. Con il passaggio di Pirro e ulteriore
disfatta (280\278 a.c.) la città greca si avvia ad irrimediabile declino. Una
colonia romana, facente parte della provincia lucano-bruzia, vi viene costituita
nel 194 a.C. e ha lasciato ampie tracce a Capocolonna, nei pressi dell'edificio
sacro (terme, resti di fornaci, tratti di muro ad opus reticulatum, reperti
subacquei marmorei). Cominciano le spoliazioni ai resti della città greca.
L’abitato si contrae e perde sempre più importanza, tanto che nel I sec.
d.C., Petronio riconoscerà a stento Crotone "urbem antiquissima ed
aliquando Italiae primam"
IL MEDIOEVO
In periodo bizantino Crotone diventa povera
per le continue scorrerie barbariche. Devota al governo bizantino, che la
governa fino al 1054, cade più volte nel potere dei Goti (533; 542; 547), Oltre
alle orde che la assalgono per terra, cominciano le incursioni saracene, che al
largo di Crotone sconfiggono le flotte bizantine e veneziane alleate (845). Nel
931 i saraceni prendono la città, fanno ricostruire le sue mura e vi mantengono
per molti anni una grossa flotta. Con la conquista normanna, a metà del sec.XI,
ha inizio nell' Italia meridionale, che aveva goduto fino a quel tempo una
relativa autonomia, un sistema politico-economico di tipo feudale. Crotone è
occupata nel 1054 da Roberto il Guiscardo, che fa fortificare il suo castello,
lo stesso fece in seguito Federico II . Il castello viene rielaborato a pianta
pentagonale, e munito di cinque torrette circolari; forma che nella simbologia
esoterica, cara al sovrano, rappresenta la figura umana. Sotto il dominio Svevo,
la città di Crotone acquista prosperità .La fedeltà agli Svevi causa alla
città penalizzazioni da parte di re Carlo d'Angiò. Viene riconquistata da
Blasco d'Aragona, ma due anni dopo, ritorna agli Angioini, che rafforzano le
difese del castello. Crotone ritorna ai Ruffo. Da questa data, seppure con
alterne vicende, ebbe inizio l'attribuzione all'ampio territorio crotoniate del
nome di Marchesato (titolo attribuito a Nicolò Ruffo ) che tuttora conserva.
STORIA VICEREGNALE
Quando il regno meridionale passa
sotto il re di Spagna, Ferdinando II d'Aragona, ha inizio l'età del Viceregno
(1501) che durerà per oltre due secoli. Nel 1541, essendo vicerè Don Pedro da
Toledo, hanno inizio i lavori di fortificazione di Crotone, col rifacimento
della cinta muraria e di parte del castello. La città che agli inizi del
cinquecento aveva visto i grandi lavori di ricostruzione della cattedrale,
diventa centro di raccolta per la manodopera del comprensorio, attirata dalla
possibilità di lavoro. Gli ancora grandiosi resti della città greca vengono
saccheggiati per reperire la pietra di costruzione ed anche l'Heraion viene
progressivamente privato delle sue parti fino a lasciare solo due colonne, una
delle quali, cade nel terremoto del 1638. Durante i tumulti della plebe del
1647, la città si conserva fedele alla corona. Agli inizi del Settecento, per
la guerra di devoluzione spagnola, subentrano a governare la città gli
austriaci, che vi tengono un numeroso contingente armato, e vi compiono molti
sopprusi fino al 1734.
STORIA BORBONICA
Alla fine del settecento ,
attraverso un ceto nobiliare illuminato, vengono portate le idee giacobine di
libertà ed uguaglianza diffuse dalla rivoluzione francese. Nel 1799, sull'eco
di quanto era accaduto a Napoli, anche a Crotone, la cittadinanza, capeggiata
dal Vescovo e da tre nobili e dal capitano del Castello, si impadronisce del
potere ed innalza l'albero della libertà al posto del seggio dei nobili. Ma la
feroce repressione operata dalle truppe sanfediste del cardinale Ruffo ebbe
ragione dell'accanita resistenza della città, con grave saccheggio. Molti altri
furono incarcerati e le loro famiglie private dei beni. Nel 1808 la città viene
conquistata dai francesi che la detengono fino al 1815. In periodo borbonico la
città è meta impotente della sfortunata spedizione dei fratelli Bandiera, che
sui trascorsi libertari della sua popolazione, contavano per suscitare
un'insurrezione che si estendesse a tutta la Calabria. Nel 1860, Crotone,
seppure emarginata dai piani tattici di Garibaldi, si impossessa del presidio
militare borbonico ed aderisce alla sottoscrizione per finanziare la spedizione
con ben 40.000 ducati.
PERIODO POST-UNITARIO
Dopo l'unità d'Italia la città
vive una profonda trasformazione e nascono i presupposti per il suo sviluppo
futuro. Vengono realizzate importanti infrastrutture: allacciamento alla rete
ferroviaria; realizzazione dell'acquedotto; il porto; vengono abbattute la porta
della città e parte delle mura; i bastioni rimanenti sono venduti a privati,
che vi costruiscono sopra le loro dimore; ha inizio l'espansione urbana fuori
dal circuito murario; vengono istituite le scuole elementari e tecniche. Da
questo periodo, anche per le opere di bonifica e le nuove cure contro la
malaria, la popolazione cresce dai 9mila della fine dell' Ottocento ai
sessantamila degli anni Sessanta. Agli inizi di questo secolo, l'energia a basso
costo delle centrali silane, agevola l'impianto di grossi complessi industriali,
che diventano causa di forte urbanesimo. Nella difficile ricostruzione del
dopoguerra, Crotone, pur con tante carenze, ha acquistato una fisionomia
cittadina, che la pone come quarta città in Calabria per popolazione e qualità
di vita.
LA SCUOLA PITAGORICA
Alla base della dottrina pitagorica era la polimathia,( multiscienza) infatti la scuola oltre a fornire un modello di vita, impostò un metodo scientifico nello studio delle matematiche, dell'astronomia, della musica. Pitagora tentò a Crotone, per la durata di un ventennio un singolare esperimento di governo tecnocratico, il cui principio selettivo era basato su intelligenza e virtù. Crotone aveva un governo oligarchico, retto da un consiglio dei Mille, al di sopra del quale Pitagora istituì un Consiglio dei Trecento, formato da elementi scelti fra i soli iniziati pitagorici. E' proprio grazie allo spirito spartano e all'efficace organizzazione del governo cittadino, Crotone pervenne alla conquista di Sibari e dei suoi opulenti territori, con la battaglia del Trionto, nel 510 a.C. Dissensi sulla spartizione delle terre conquistate, fomentati dal nobile Cilone, che odiava i Pitagorici, per non essere stato ammesso alla loro scuola, suscitarono lotte civili, che si protrassero per molti anni e sfociarono nella cacciata dei Pitagorici .